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A me sembrà che voi tz non lo conosciate affatto. È sempre stato così. Gràndi dichiarazioni d’amore, lealtà, affetto… poi cala l’interesse iniziale e inizia ad ignorare quella persona. Poi quando la persona in questione si allontana o non si sbràccia per riavere la sua attenzione cerca di recuperare e partono piagnistei e sbalzi d’umore. Lo ha fatto anche con Aurora. Ma ts non è un amico, era il fidanzato, e se lo tratti di merda la porta la chiude lui. E lo abbiamo visto. Ora tz non sta bene? È abbastanza palese. Sono diverse cose che non gli vanno bene e avere vicino ts lo avrebbe aiutato perché lui lo “placava” (cit Gaia). Ma ts col cazzo che torna per sottostare ai tuoi umori e quindi per una cosa è per l’altra sbarella. Godetevi Amsterdam, lo scorpione, le ospitate… saranno le uniche cose che avrete prima del crollo (e quello si in mondovisione)
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. 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E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. 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Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant` è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch`i` vi trovai, dirò de l`altre cose ch`i` v`ho scorte. Io non so ben ridir com` i` v`intrai, tant` era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch`i` fui al piè d`un colle giunto, là dove terminava quella valle che m`avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de` raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m`era durata la notte ch`i` passai con tanta pieta. E come quei che con lena affannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l`acqua perigliosa e guata, così l`animo mio, ch`ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva. Poi ch`èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sì che `l piè fermo sempre era `l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l`erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi `mpediva tanto il mio cammino, ch`i` fui per ritornar più volte vòlto. Temp` era dal principio del mattino, e `l sol montava `n sù con quelle stelle ch`eran con lui quando l`amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch`a bene sperar m`era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l`ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m`apparve d`un leone. Questi parea che contra me venisse con la test` alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l`aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte me sembiava carca ne la sua magrezza, e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch`uscia di sua vista, ch`io perdei la speranza de l`altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne `l tempo che perder lo face, che `n tutti suoi pensier piange e s`attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi `ncontro, a poco a poco mi ripigneva là dove `l sol tace.
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Ti prego ma hai due anni? Se non vuoi leggere esci non pretendere di imporre quello che vuoi agli altri. Anche perché si è visto che non serve
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Io sono tizetina pazza, navigatopa, shipper delusa, tommiedo e pure tommiore, ma quando entro qui capisco che chi non stia bene non sia io ma molte di voi. Psicologhe, manager, chi fa confronti tra due ragazzi che si sono molto amati e moraliste di sta ceppa, farvi fare la morale da una come me è davvero grave, fatevelo dire.
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Sta semplicemente dedicando del tempo al nuovo tipo fuori da occhi indiscreti
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Avete paura che non sia vero x spammare la Divina Commedia. Però purtroppo la selva oscura ci sta bene.

Come no? Però la convinzione vi manca...

Urlalo

Non siete reali. Ma come sta male? Ma uno fa un viaggio perché sta male? Ha un lavoro e disponibilità economiche che gli permettono di partire quando vuole, sono giorni di festa. Ma voi non partireste? Io si! Basta con questa favoletta di un tommi distrutto e scheggia impazzita
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La stanzina di nuova generazione che scriveva a tutti che tz aveva problemi con l’alcool e anche con “altro” aveva ragione e lui lo dimostra ogni giorno di più
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Quindi un calcio nel , separare le immagini e si è salvato ts. Poi non siete crudeli? Parpiglia?

Io vorrei solo che si fermasse un attimo. Inanellare cose da fare una dietro l’altra, palestra, cene (a cui non ha voglia di andare), andare via, muoversi di continuo dà una sensazione di controllo solo apparente. È un modo per affrontare i periodi negativi non affrontando i reali problemi ma concentrandosi su altro. Ma i problemi non spariscono se li ignori.
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Sta benissimo. Un fiore. È felice. Innamorato. Pieno di lavori da iniziare. Poi però svegliatevi piano che il risveglio può essere shockante

In questi casi fermarsi è la cosa migliore anche perché per superare la sofferenza la devi vivere fino in fondo e non scappare facendo finta che non ci sia

Lo capite che sta meglio di tutti noi messi insieme?

Ma basta trollare

Amsterdam l`inizio della fine. Ricordate?
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C’erano già da prima i problemi altro che

I problemi sono iniziati a maggio/giugno e quando sono iniziati non erano manco a Milano

Quante volte è andato ad Amsterdam mentre stava con ts (senza di lui ahaha)? Non mi ricordo

Si perché dopo che andò ad Amsterdam con didi iniziarono i problemi tra di loro

Eh?

Perché? Non ricordo bene

Oggi chiude il cerchio allora

E ora invece inizia ❤️

Le differenze abissali: chi lavora 7/7 amato e rispettato da tutti per il suo impegno e il suo buon cuore, e chi si fa weekend e serate a ripetizione perché non ha altro e appena mette piede in uno studio mette zizzania e pesta merdoni. Aveva ragione Stanza.
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Cattivone una coreografia con una canzone 😭

Parlo x l`intenzione dei diretti interessati. Certo che l`effetto pubblico è stato diverso. Ma abissale non è come negare tutto ciò che c`è stato, dire ho sbagliato a credere che potesse essere possibile? Siamo diversi sostanzialmente? ha sotto una bella dose di crudeltà (non voluta e dettata dal dolore). A me avrebbe fatto male perché non credo che siano diversi sostanzialmente e che le maschere siano maschere e la verità sia sotto. Se proprio tu mi dici tu corrispondi alla tua maschera ci sto male. Che poi tz abbia reagito ancora più di merda è evidente

Lo sputtanamento in mondovisione mi mancava. Manco Trump ha tutta sta importanza

Non lo so. Tu lo sai?

Abissale cattiva quanto il limone chiudere chiudere

Abissale cattiva quanto il limon ok chiudete tutto con questa le ho sentite tutte

Si sputtanamento in mondo visione con relativi arti uguale ad una coreo di 5 secondi 😂😂😂 e anon secondo te perché se ne è andato ts?!!!!!

Smetla con sti paragoni di merda solo per are merda alla fine ad entrambi. Smetla cazzo

C`è chi si a nel lavoro e chi per non affondare nel dolore scappa. Chi ti aiuta nei momenti difficili e nei suoi resta solo. Penso che abissale sia stata cattiva quanto il limone al plastic. E che x te l`empatia sia sconosciuta o a senso unico. Esistono emozioni e pulsioni autodistruttive. Giudica quanto ti pare, qualifica te. Sarai contenta perché nessuno gli rovina l`immagine. Ma quello che dovrebbe essere felice è ts. Spero lo sia ma non credo di avere elementi

Ogni tanto va ad Amsterdam per fare rifornimento di fumogeni😂😂😂😂
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sì amo qui a Milano zero ne vendono

Si ma ad Amsterdam c`è roba buona a buon prezzo 😉

Vero. A Milano è così difficile trovarne🤦🏻‍♀️

Lo sguardo che aveva l’inverno scorso quando parlava della sua vita, dei suoi progetti, io non l’ho più visto. Era pura luce. Casa nuova, i programmi da registrare, il fidanzato. Guardatelo ora, che cambia umore ogni 5 minuti e passa dal piangere da solo il sabato ai video in cui è forzatamente felice. Il lavoro non va bene, la storia d’amore è finita in malo modo, la casa gli va così stretta che trova solo pretesti per uscire e andare via. Lo show per il nuovo tipo in modo da convincervi e autoconvincersi che è di nuovo innamorato. E per voi è felice e rinato. Gli manca tutto e sono due mesi che soffre di nostalgia. Due mesi. Chissà cosa gli manca così tanto…
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E chi ha negato vada col nuovo tipo? Rileggi magari capisci

Si si amo` però non piangere

Ma quante cazzate spari tz se ne va con il nuovo boy a farsi la vacanza ad Amsterdam

Praticamente in due mesi ha già fatto con lui 2 viaggi assurdo
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Nizza era da giovani!!!😂😂

Anche Courmayeur

Cortina è da nonno

Evidentemente ts lo annoiava a morte

Anzi nel giro di due settimane e per di più non da nonno 💀

È vero e non da pensionato 😂

In realtà ne hanno fatti 17

Ahhahahaahah

Dai su oggi presentazione ufficiale
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Raga ma tommi sta bene, piantatela
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Se lallero

ma piantala tu, hai l’arguzia di una talpa

Forse se lo ripeti convinci anche lui

Infatti 5 giorni fa e ancora pensate che stia male 💀⬇️

Ok se lo dici tu, peccato che lui nella diretta di 5 giorni fa ha dettO e fatto vedere il contrario,

Amsterdam è proprio il posto giusto per non pensare… prima accetterete il fatto che sta facendo di tutto per “deviare” prima eviterete la batosta di vederlo crollare. E non solo per il privato
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Ah ok allora nada dovevo chiedere una cosa a quell’anon, thx

No⬇️ ma oramai è palese

Sei l’anon che ieri ha scritto di lavorare per dei giornali che si occupano di tv?

Amore se ci vai in compagnia non è come dici tu

Ora due paesaggi non farà capire con chi è due piedini due bicchieri e via
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Cmq a me da bruttissime vibes. Sembrà una scheggia impazzita che non sa dove sbàttere la testa
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Se l’unico obiettivo è scopare allora ho ragione anche a dire che di altri obiettivi non ce ne sono

Ame l`obiettivo ce l`ha e come 💀⬇️

Sono d`accordo ma non lo giudico. Non credo non abbia obiettivi. Non ha l`entusiasmo

Plastic Cortina Amsterdam Cene Palestra fare fare fare… cosa fa esattamente? Si sta imponendo da solo di fare cose perché non ha nulla da fare, niente di concreto che gli dia spinta e voglia e si riempie di obiettivi perché NON HA OBIETTIVI. Non dico fare le psicologhe ma così è proprio terra terra

stessa impressione anon

Scheggia impazzita solo perché va ad Amsterdam e di certo non da solo ok

Same vibes

Un anno fa: sono 10 sabati che non esco, non ne sento il bisogno… Questa’anno: Plastic, cene, Cortina, Amsterdam… no no tranquille, legittimo. Si diverte e fa bene (fino a na certa). Ma la differenza si vede, e si vede tutta. Quella casa gli sta stretta, ci passa sempre meno tempo. Troppi i ricordi di quando era felice per non fare paragoni
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Così ipocondriaco che ha invitato 150 persone per festeggiare DRI e 250 al compleanno. E al Plastic un paio di volte è andato. L’ha detto lui che preferiva stare a casa eh, nn ascoltate solo quello che vi fa comodo

Ma lo scorso inverno c`era il covid è ipocondriaco torzi vi prego

Una serata mentre era in vacanza e lontano da ts. Io parlo del fatto che quando erano insieme non sentivano il bisogno di uscire, tz soprattutto. Poi da agosto qualcosa è cambiato ed era palese ma io parlavo dello scorso inverno

No perché a Montecarlo a fare serata come al liceo ci sono andata io 🥲⬇️

Il problema è che non si diverte

Non sento il bisogno di uscire era perché c`era ts. Se fosse innamorato del vostro scorpioncino non sentirebbe il bisogno di uscire

ma quando dopo l’estate? L’unica volta che è andato c’era anche Stanza perche erano invitati ad un evento ⬇️

⬇️ Ma anche dopo l’estate lo ha fatto pochissime volte, forse tre e in una era anche con Stanza per l’evento a cui erano invitati 😂 Non significa non andare a ballare proprio mai mai mai ma comunque ci è andato poche volte e di queste poche volte in tre occasioni era con Ts

NON SENTO IL BISOGNO DI USCIRE… gne gne gne era per il Covid. Si, fila direi

E come mai dopo l`estate invece lo faceva 😃⬇️ svegliatevi dal vostro sogno torzi gli piace questo se non vi piace levate il segui

⬇️ Ma quale covid? Lo aveva detto esplicitamente lui che non ne aveva bisogno

concordo pienamente

Amo io te lo dico tz è questo non andava a divertirsi così per il covid

Ha addobbato tutta casa per rimanerci alla fine il meno possibile

stessa impressione

Concordo

Sarà l’adv sicuramente
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Io per ora non le accendo le lucine. Empatizzo col Grinch

Non è che se lo ripeto è verità ❤️⬇️

Plastic Cortina Amsterdam Cene Palestra fare fare fare… cosa fa esattamente? Si sta imponendo da solo di fare cose perché non ha nulla da fare, niente di concreto che gli dia spinta e voglia e si riempie di obiettivi perché NON HA OBIETTIVI. Non dico fare le psicologhe ma così è proprio terra terra

Anche io sono ad un passo di smontare l`albero

Visto. Ita. Un po` preoccupata. Non perché faccia chissà che, solo x la frenesia che ha. Mi sa che prenderebbe a martellate le luminarie se potesse. A Natale l`angoscia crescerà

Si si povero cucciolo non riesce a stare solo in quella casa 😭⬇️

Lo spero perché non riuscire a stare solo a casa per più di un giorno sarebbe triste e sintomo di un dolore profondo

Non lo è

Ma che adv!! Mitica Amsterdam 😂

Avrebbe messo adv spiace tanto 🙏

No parte con Ita

Io l’avevo detto che sarebbe stato tutto adv e viaggetti… al limite qualche gossip ma nulla più
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È davvero un araba fenice.
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Purtroppo prima c`è la fase ceneri e ancora ne è immerso. Spero riesca ma è una barzelletta che sia facile. È doloroso a merda. Non è un giocattolino

Ahahahahaha ma per favore

Se lallero

A me sembrá solo cenere

Settimana scorsa Cortina e alcool. Sta settimana Amsterdam e canne. Sto ragazzo avrà mai intenzione di fare qualcosa di concreto per il suo futuro? A me sembrä che faccia di tutto per non pensarci e per trovare “diversivi”
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Il discorso su non fare niente x il suo futuro mi sem esagerato. Solo che il lato amore lo mette sempre al primo posto e a livello umore e lucidità lo condiziona tanto. In questo momento sta male e x salvarsi e andare avanti deve restare in superficie e muoversi. Piccolo obbiettivo sopravvivere al weekend

Ok dopo Cortina

L’ha detto lui che dopo Cortina si è ubriacato

Ok non sta bene e scappa. Alcool a Cortina mi sem esagerato. Che fosse e sia triste secondo me vero

Amo sarà in dolce compagnia tranquilla

Che carino che porta edo nel suo posto preferito. Il bamboccio non ce l’ha mai portato
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Si sposa?

Si sposa?

Un posto preferito per ogni tipo

Oggi l`annuncio

Il suo posto preferito è Marrakech 🥺

Voi a piangere e quello si sta facendo un viaggio chissà se non ha scorpione con sé e lo presenta alla sorella
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Brutte vibes perché va in viaggio con tipello? ⬇️

⬇️ Ma quale felice e concento, a me da bruttissime vibes. Sembrà una scheggia impazzita che non sa dove sbàttere la testa

Tutte a frignare preoccupate mentre tz va avanti felice e contento

Lo so amorino ma l`anno scorso qualche giorno se lo sono fatto ❤️⬇️

Amsterdam che fu l`inizio della fine

Ma la sorella mica sta a Amsterdam 🥶

Tommi è ad Amsterdam capite che non c`è nulla da frignare
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Il non essere convinti non era sulla destinazione ma sullo stare tranquilli x questo

Il posto giusto per stare sempre lucidi

Fa l`annuncio

No guarda ha fatto solo una storia 😂⬇️

Non ne sarei convintissima purtroppo

Tutta questa tranquillità perché va ad Amsterdam io non ce l`avrei,ma contente voi

Meglio così

Quando sono certo e sicuro di quello che vi devo dire, rimaniamo in attesa della presentazione ufficiale di edo sempre più vicina
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Oggi farà delle storie con due bicchieri comincerà

se lallero

se

Magna tranquilla